L’ultimo tolemaico

ovvero
Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo fra lo strolago di Pratorsi, l’Artista e la di lui Consorte.

In memoria di Anna e Andrea Dami

Il cielo di Pian de’ Termini si tinge di porpora. All’orizzonte, qualche nube biancastra si rincorre nei bagliori del tramonto, mentre le due cupole d’argento dell’osservatorio astronomico evocano esotiche immagini di antichi minareti. Nel centro della spianata verde, immersa nel silenzio, l’Artista e sua moglie camminano a passo da trekking lungo i sentieri che, simili ad orbite, conducono alle riproduzioni in scala dei pianeti del sistema solare.

Artista (un po’ ansante per la fatica della camminata): – Devo dire che ne valeva davvero la pena: intere giornate passate a lavorare sotto la canicola estiva, un panino e via a dissodare la terra, a forgiare pianeti e a trasportare installazioni. Ma alla fine il risultato parla da solo. Guarda, Anna, sembra di essere immersi nelle solitudini astrali del sistema solare: ecco Urano, qui all’inizio del percorso didattico, e poi Saturno, Giove …

Anna ( palesemente in estasi): – E gli asteroidi, Marte, la Terra, Venere, Mercurio … Che meraviglia questo Giardino del Sole!

Mentre i due proseguono soddisfatti la loro passeggiata, ammirando con orgoglio l’opera del Maestro, un’ombra curva e claudicante si materializza improvvisamente lungo il sentiero. All’artista e alla moglie non ci vuole molto per riconoscerlo, dal momento che si tratta di un personaggio assai noto fra quei monti. Le sembianze vagamente scimmiesche e la pertica nodosa alla quale si appoggia lo fanno assomigliare ad un antico patriarca biblico ma, in realtà, si tratta di un abitante della zona. Uno che a Gavinana e S.Marcello tutti chiamano lo strolago di Pratorsi. Strolago non tanto nel senso di appassionato di astrologia quanto di essere bizzarro e fuori di testa.

Il vecchio si avvicina squadrando la coppia con un’occhiata incerta fra la curiosità e la diffidenza, mentre dalla selva si leva improvviso il richiamo di un uccello sconosciuto.

Lo Strolago (con tono sentenzioso, scrutando il cielo): – Quando la bestia starnuta, il tempo muta.

Artista: – Salve, veramente io ho sempre sentito dire Rosso di sera, bel tempo si spera.

Strolago: – Tutte bischerate, credimi! Il tempo fa di testa sua e se decide di piovere non guarda di che colore è il cielo. Piove e basta. E, se gli sfagiola, si mette anche a grandinare. Non importa di certo scomodare Aristotele per sapere che ogni elemento tende a tornare al suo luogo naturale e quindi se quello dell’acqua è il basso, prima o poi bisogna pure che scenda. E, siccome non piove da quindici giorni, mi giocherei un quartin di vino che domani vien giù un’acquata come le funi.

Artista: – Se lo dice lei che è di queste parti, ci credo.

Strolago (avvicinandosi ai due con fare didascalico): -Vedi, noi montanini la natura si conosce da vicino, mentre quelli di città non c’hanno dimestichezza. Certe volte tiran fuori delle idee che fanno ridere i polli. Per esempio, lo vedi questo gran Giardino delle stelle?

Anna : – Scusi, che cosa non le piace di questo itinerario artistico- didattico?

Strolago : – Oh, per garbare mi garba eccome! Non c’è che dire, tutti questi pianetini son proprio bellini e anche quei tronchi bianchi che sembrano spaventapasseri devo riconoscere che non ci stanno per nulla male.

Artista: – Vuol dire “le portatrici di stelle” del collega Silvio Viola?

Strolago: – Io quello che portano non lo so però, te l’ho detto, mi garbano anche. Ma andare a dire che hanno un valore scientifico è una bischerata bella e buona. Già quelli dell’Osservatorio non fanno altro che raccontare un mucchio di balle ai ragazzini che vengono quassù in gita d’istruzione. Ora ci si mettono anche gli scultori a raccontare fischi per fiaschi.

Anna (risentita): – Come sarebbe, scusi? Qui si spiega l’astronomia! Lo sa che là dentro c’è un telescopio in grado di scrutare il cielo e di osservare le stelle da diritto e da rovescio?

Strolago (ridacchiando sardonicamente): – Bell’invenzione il telescopio! Mi meraviglio che nel Duemila ci sia sempre qualcuno che crede alle panzane di quel tal Galileo. Ma lo sapete voi che lui l’inventò per far divertire i ragazzini che sennò gli rompevano le scatole mentre faceva oscillare i pendoli? E poi, ad essere sinceri, l’avevano già inventato certi maghi olandesi che sbarcavano il lunario grazie al popolo credulone e ignorante.

Artista (quasi divertito): – Se ho ben capito, lei sostiene che chi ha realizzato questa installazione ha sbagliato qualcosa.

Strolago : – Altroché se ha sbagliato! Ma ti rendi conto che ci vorrebbe far credere che il sole sta fermo al centro dell’universo e che tutti quei pianetini lì si sollazzano a scodinzolargli intorno? Compresa la Terra. Ora, come si può sostenere una simile castroneria?

Artista (palesemente stupito) : – Non mi dica che lei non crede alla teoria copernicana …

Lo strolago (appoggiandosi alla pertica): – Senti un po’ … Io lo so chi tu sei perché ho visto la tua foto sul giornale. Tu sei quello che ha fatto tutte queste belle statuine e devo ammettere che ti son venute benino. Anzi, ti dirò che, da quando ci sono tutti questi affari sbreluccicanti, il posto c’ha guadagnato. Ma da qui a dire che le favole che raccontate sono vere ce ne corre parecchio. Via, non tu vorrai mica dire che tu ci credi, eh?

Anna: – E a che cosa dovremmo credere, scusi?

Strolago (diffidente): – Dall’aria saputa, scommetto che tu sei una maestra!

Anna (sempre più risentita): – Professoressa di Lettere, prego!

Strolago (scettico): – È uguale, è sempre la solita ditta! Gente che crede di avere in mano la verità solo perché ha letto qualche libro. Proprio come i preti e i dottori. Solo che avete letto i libri sbagliati. L’ho capito subito fin da piccino, quando facevo la pluriclasse a Gavinana e la maestra mi metteva in ginocchio sopra i ceci perché mi rifiutavo di far girare l’arancio che rappresentava la Terra intorno alla lampadina che faceva da sole. Per poco non mi ha messo al rogo come Giordano Bruno. Ma io ho la testa dura e non ho mai abiurato. E bada che io non ho mai dato ragione ai preti e non ho mai creduto che Giosuè abbia fermato il sole sotto le mura di Gerico. Ti pare possibile che il sole si fermasse perché glielo aveva ordinato Giosuè?

Anna (visibilmente stizzita): – E quali sarebbero, secondo lei i libri giusti?

Strolago: – Che domande! Ma quelli che parlano delle dottrine di Aristotele, no? E di quelle di Tolomeo, che non era di certo un bischero.

Artista: (cercando di rimanere serio): – Vorrebbe forse dire che lei è un tolemaico convinto?

Strolago (con fierezza): – Di certo! Posso ben dire che sono l’ultimo dei tolemaici. Il solo che abbia ancora il coraggio di sostenere le tesi del Maestro. Guarda quegli affari che tu hai scolpito e che tu hai trasportato con tanto amore in mezzo a questo campo, con il rischio di farti venire un’ernia. E, a quanto vedo, tu hai sacrificato anche i ginocchi della maestra. Ecco, vedi, acciò che tu sappia … la Luna, Mercurio, Venere, il Sole, Marte, Giove e Saturno, senza scordarsi le Stelle Fisse ( che sennò s’incazzano) si muovono in maniera concentrica. Ora tu devi sapere che le Stelle Fisse si chiamano anche Primo Mobile proprio perché son quelle che, con una bella spinta, mettono in moto anche tutte quell’altre sfere. Intendiamoci, in tutto questo girare, la Terra sta ferma al centro dell’universo. E guai a muoverla!

Artista: – Ma è dimostrato scientificamente da secoli che non è vero. Copernico l’aveva capito ancora prima di Galileo e poi con il telescopio è stato facile …

Strolago: – Riborda con quel telescopio! Ma lo vuoi capire che la scienza non si fa con i giocattoli? E poi, guarda, per tagliare la testa al toro non importa domandarlo agli scienziati. Basta pensare che, se la terra si mettesse a girare, incomincerebbero a girare anche i coglioni dei suoi abitanti e immaginati te che casino! Lasciamelo dire a me che soffro di cervicale : se anche la terra girasse, sarei proprio conciato per le feste.

Artista (ironico): – Ho capito, bisognerà rifare tutti i cartelli con le spiegazioni.

Strolago: – Per codesto non mi preoccuperei, basta dire agli scolari che le cose che ci sono scritte son novelle da raccontare a veglia e che la verità scientifica è un’altra.

Anna (decisa a concludere quel colloquio surreale): – Ok, se Aristotele ha detto che la terra non si muove, lasciamola stare impalata al centro dell’universo e non ne parliamo più. Ipse dixit, come dicevano i tolemaici.

Strolago (comprensivo): – Lo so che la verità è indigesta. Lo dicevo ieri sera anche al dopolavoro di Campotizzoro, fra una briscola e l’altra. D’altra parte, non si può pretendere che chi non ha cultura ragioni in maniera sensata. Comunque, ti voglio dire che, anche se tu non ti intendi di astronomia, quegli affarini che tu hai fatto sono proprio discreti. E, quando tu lo vedi, fai i miei complimenti anche a quel tuo amico che ha fatto tutti quegli stecchi laggiù.

Lo Strolago sembra soddisfatto della sua lezione e, spingendo innanzi la pertica, si rimette in cammino. Prima che la sua ombra si stagli contro il cielo ormai scuro, si volta verso la moglie dell’artista, con un ultima raccomandazione: – O maestra, mi raccomando, niente ceci sotto i ginocchi ai liberi pensatori!

 

Tratto dal libro Oltre il sole

Laura Vignali

Commenti

9 commenti a “L’ultimo tolemaico”


  1. Grazia zecchini ha detto:

    Delizioso

  2. Daniela Carobbi ha detto:

    Poetico…

  3. Laura Vignali ha detto:

    In OLTRE IL SOLE scritto con Andrea Dami, Anna Brancolini e Riccardo Ruganti

  4. Lucia Innocenti ha detto:

    Cara Laura , grazie mille. Sei sempre bravissima a coniugare reale e surreale. Apprezzo molto anche la lieve ironia delle tue narrazioni. E inoltre è un affettuoso ricordo dei tuoi amici Anna e Andrea.

  5. Franco Pessuti ha detto:

    Delizioso racconto. Laura se ne può fare uso come base di un affettuoso ricordo di Anna ed Andrea questa estate nel chiostro di Villa Smilea con te?

  6. Alessandro ha detto:

    Rileggere oggi queste righe scanzonate consapevoli che Anna è Andrea non sono più qui a sorridere insieme a noi, mette una leggera tristezza.
    Grazie Laura

  7. Laura ha detto:

    Come sempre i tuoi racconti sono assai divertenti. Questo poi è anche un tenero omaggio a due amici scomparsi. Brava!

  8. Enrico boschi ha detto:

    Molto piacevole e bravissima Laura

Rispondi a Daniela Carobbi