Caro Stefano, il tuo libro mi è parso un’opera fantastica.
Ci sono almeno due ragioni che mi inducono a usare questo aggettivo.
La prima ragione è che i tuoi “scatti” non sono mai una passiva e rassegnata presa d’atto della realtà attuale: non si limitano, cioè, a rispecchiare passivamente il mondo esterno ma gettano su di esso uno sguardo ferocemente critico mettendone in luce tutta la squallida insensatezza.
Ma i tuoi scatti sono fantastici anche per una seconda importante ragione: denunciando l’insensatezza del mondo attuale, essi fanno sentire come drammaticamente improrogabile l’esigenza dell’utopia: cioè di una razionalità futura che ancora non c’è ma il cui progressivo conseguimento appare necessario. Su questo punto il titolo del libro è esplicito: noi il mondo non lo pensiamo per accettarlo ma per realizzare in esso i nostri sogni.
Ciao Stefano e grazie di cuore.
Plinio Marotta
(scrittore, già direttore Istituto di lingua e cultura italiana a Madrid)