Recensione del Prof. Alessandro Meluzzi del libro “Tu es Petra”

tu-es-petraDice Paul Ricœur che il simbolo è qualche cosa che ci fa pensare ed è ancora di più qualche cosa che ci fa agire. Quanti atti di pietà o quante stragi si sono compiuti dietro a un labaro o a una croce. Quanti gesti di coraggio o di viltà sono stati evocati da una bandiera o da un rullo di tamburi. Ogni cosa è in se’ ed è contemporaneamente il simbolo che rimanda a un universale. Pensiamo al più elementare degli elementali: l’acqua, che è contemporaneamente H2O, ciò che disseta una cerva ai suoi corsi, il contenuto di una pompa idraulica, o lo specchio su cui si riflette la luna degli innamorati. Simbolo, dal greco súmbolon, è ciò che mette insieme per ricomporre la dinamica di una direzione esistenziale, individuale o corale, o un senso. Lo splendido libro di Chiara Varisco attraversa la ricerca labirintica di mappe e di reperti della Toscana in un vero e proprio percorso esoterico e iniziatico. Esoterico perché tende alla ri-velazione di misteri archetipici, iniziatico perché li comunica per allargare i confini e i contorni della coscienza di chi li riceve. È un linguaggio che parla direttamene alle radici dell’anima per accendere quel “fuoco interno”, chiave alchemica dell’Umano, la cui autoconoscenza è la meta di ogni gnôthi sautón. Un “conosci te stesso” che è la base di ogni sapienza, non solo sul piano dell’introspezione, ma anche su quello dei percorsi di ogni storia umana.

La pietra poi rappresenta una scelta straordinaria. Quella pietra grezza che si fa cubica per essere inserita nella sinfonia di una cattedrale, quella pietra scartata dai costruttori divenuta testata d’angolo nel salmo 117 e nel mistero Cristico. Quella pietra-kefa su cui è stata fondata l’ecclesia del Nazareno, o quella pietra di cui era fatto un cuore disumano, che nel profeta Ezechiele si forma in un cuore di carne. Insomma, essere una pietra è una promessa antica che parla e canta anche attraverso le architetture di pietra. Quelle pietre che, lasciate dopo la decomposizione delle civiltà che le hanno prodotte, rappresentano l’intramontabile ossificazione di un linguaggio capace di aggiungere messaggi che solo chi dispone della chiave per decretarne il significato può interpretare e riutilizzare. È il vero nombre d’or di questo straordinario libro che consegniamo alla vostra lettura, perché scolpisca la pietra delle vostre anime.

Prof. Alessandro Meluzzi

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