Prefazione di Francesco Patton al volume “Custodes Sancti Sepulcri”

Prefazione di Sua Paternità Reverendissima Fr. Francesco Patton, 168° Custode di Terra Santa, al volume “Custodes Sancti Sepulcri” del Cav. Prof. Dr. Alessio Varisco (dodicesimo della collana “Domus Templi“).

 

CUSTODES SANCTI SEPULCHRI

Presentazione

“In resurrectione tua, Christe, caeli et terra laetentur – Nella tua risurrezione, o Cristo, gioiscano i cieli e la terra” (Lit. Hor.)
Messaggio Urbi Et Orbi del Santo Padre Benedetto XVI – Pasqua 2011

Pensare ad una breve e semplice presentazione per questo volume tanto ricco di dati e di circostanziate descrizioni è impegnativo.
Il prof. Alessio Varisco accompagna il lettore attraverso il dedalo di stradine della Città Vecchia, risale le scale dai gradini consumati nei secoli da mille e mille impronte, ne percorre le ripide salite e le rupi erte e bianche che conducono fuori dalle mura della città millenaria che racconta, da sé, attraverso le sue antiche vestigia, la propria storia.
Con un’infinita sequenza di porzioni di immagini Custodes Sancti Sepulchri, al cui centro rimane vivo e pulsante il Santo Sepolcro, presenta frammenti di azioni, che si ricompongono durante la sua lettura in un unicum, originando una larga inquadratura che descrive, con dovizia di particolari, la ricca storia di questa Santa Terra d’oltremare, ma in un continuo, fluido rimando di inquadrature in dissolvenza, riallaccia a luoghi ben definiti e altrettanto santi della Regione Toscana e di innumerevoli terre lontane.

Descrivere il Luogo per eccellenza Santo o raccontare, in maniera sintetica, il ruolo di custodi che i Francescani svolgono nella cura dei Santuari e delle pietre vive della Terra di Gesù, richiede alcune attuali e attente precisazioni.
Per noi francescani l’anno corrente è davvero speciale, perché ricorre l’ottavo centenario dell’arrivo dei primi Frati Minori in Terra Santa. La Chiesa poi, a partire dal 1342, ci ha affidato anche ufficialmente e formalmente il mandato di custodire i Luoghi Santi e prenderci cura della comunità locale per essere ponti di pace.
È bene ricordare che nel Santo Sepolcro, i quattro successori di Pietro, durante il loro Pellegrinaggio in Terra Santa, hanno parlato di speranza e di pace.

Quest’anno, avremo la gioia di celebrare la Pasqua nell’Edicola del Santo Sepolcro interamente restaurata, grazie proprio alla collaborazione con i fratelli della Chiesa Greco Ortodossa e di quella Armeno Ortodossa.
Questa impresa sarebbe stata impossibile senza il clima di condivisione e dialogo che c’è oggi tra le Chiese cristiane a Gerusalemme.
All’interno delle tre comunità che vivono nel Santuario si parlava da anni della necessità di intervenire con lavori di restauro, studiando un modo che rispettasse lo Status Quo e vedesse il coinvolgimento e la cooperazione di tutti.
La Custodia di Terra Santa, era favorevole a questa iniziativa e perciò si è adoperato in tal senso il Custode mio predecessore, sua Paternità reverendissima p. Pierbattista Pizzaballa, ora Amministratore Apostolico di Gerusalemme per i Latini.

Raggiunto un accordo verbale, nel gennaio 2016, le tre autorità hanno affidato la direzione dei lavori di restauro al Politecnico di Atene. Committenti dell’opera: il Patriarcato Greco Ortodosso, insieme alla Custodia di Terra Santa e al Patriarcato Armeno. Il 22 marzo 2016 la firma dell’accordo per l’avvio dei lavori nel quale veniva ribadito con chiarezza il rispetto dello Status Quo e dei diritti delle rispettive comunità sull’Edicola e veniva costituito un comitato scientifico per la supervisione dei lavori.
Rispettando perfettamente i tempi stabiliti, il team del Politecnico di Atene, supportato dal comitato scientifico, costituito ad hoc, ha potuto lavorare e portare a compimento i lavori che permettono la completa riapertura dell’Edicola prima della Pasqua di quest’anno, che per una felice e provvidenziale coincidenza, vede le nostre comunità celebrare la Risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo nella stessa data.

Desidero sottolineare il valore aggiunto di questi lavori rispetto alla pur necessaria opera di consolidamento, restauro e riabilitazione dell’Edicola. Si trattava di intervenire sul luogo in assoluto più importante per tutta la Cristianità, il luogo chiave per interpretare la nostra vita e la nostra storia.
Il luogo fisico che conserva la memoria della sepoltura del nostro Signore Gesù Cristo ci testimonia che l’incarnazione del Figlio di Dio è talmente reale, talmente completa, talmente piena, da arrivare fino all’esperienza della morte, che è l’esperienza finale di ogni esistenza umana.
Grazie ai lavori di restauro, in maniera speculare, abbiamo potuto consolidare le relazioni fraterne tra le nostre comunità, abbiamo potuto restaurare un senso di profonda fiducia reciproca e abbiamo potuto riabilitare la collaborazione tra di noi.
Ringraziamo il Signore Gesù Cristo, per noi morto e sepolto secondo le Scritture e per noi risorto da morte il terzo giorno, che attorno al suo Santo Sepolcro ci ha fatto ritrovare più vicini, più pronti a cooperare, più disponibili gli uni verso gli altri, come fratelli.

Il Sepolcro è il luogo dove il Signore Gesù ha condiviso la nostra esistenza fino in fondo, entrando nel mistero della morte, che sembra contraddire il senso stesso della nostra esistenza. È soprattutto il luogo dove la morte è stata vinta. Il sepolcro vuoto è il testimone silenzioso ed eloquente di questo evento. Il sepolcro vuoto è il luogo dove anche fisicamente è iniziato un mondo nuovo nell’istante di luce in cui Gesù è risorto.
Proprio perché questo è il luogo della risurrezione del Signore Gesù è anche alla base della nostra fede e della nostra speranza. La risurrezione è un meraviglioso rinnovamento cosmico, una nuova creazione, e noi vorremmo vedere già da ora il pieno rinnovamento del mondo, vorremmo vedere questa terra e la sua umanità finalmente in pace. Vorremmo poter fare esperienza di una umanità senza confini e di una fraternità universale; nonostante la consapevolezza che ancora esistono barriere da superare, predicatori di violenza anziché di pace, cuori nei quali – purtroppo – ancora attecchisce e germoglia l’odio.
Per vedere già in atto la potenza della risurrezione non basta vedere la tomba vuota, ma occorre guardare con fede i piccoli germogli di speranza che il Signore ci fa intravedere anche qui, in questa sua Terra Santa e in ogni parte del mondo.

Il mattino di Pasqua ci riporta l’annuncio antico e sempre nuovo: Cristo è risorto!
L’eco di questo avvenimento, partita da Gerusalemme venti secoli fa, continua a risuonare nella Chiesa, che porta viva nel cuore la fede vibrante di Maria, la Madre di Gesù, la fede della Maddalena e delle altre donne, che per prime videro il sepolcro vuoto e annunciarono il mistero della risurrezione, la fede di Pietro e degli altri Apostoli.

Anche attraverso la visita al Santo Sepolcro e ai tanti santuari legati al mistero della redenzione, sparsi nel mondo intero, auguro a tutti di saper entrare in una visione pasquale della vita, a saper cioè scorgere dei segni, magari piccoli, che permettano di credere che Gesù è risorto ed è il Signore, e sta conducendo la nostra storia e la nostra vita verso la pienezza della vita in Lui.

Gerusalemme, 11 Marzo 2017

Fr. Francesco Patton, ofm
Custode di Terra Santa


Lascia un commento