Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Pierbattista Pizzaballa, Arcivescovo di Verbe – Amministratore Apostolico del Patriarcato Latino e pro Gran Priore dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, ha stilato dalla Città Santa nell’agosto 2017 la prefazione al volume del Cav. Prof. Alessio Varisco dal titolo “Vultus Misericordiae” -quattordicesimo volume della collana Domus Templi– sulle rappresentazioni dei Crocifissi.
La pubblicazione del Professore è frutto di studi sulla devozione al Santo Volto, sulle diverse rappresentazioni dei Crocifissi moriendi o quelli risorti in Croce.
Ma il simbolo della Croce da dove deriva? Varisco analizza il processo che ha determinato il vessillo cruciforme, così come i volti acheropiti, gli sviluppi che si sono determinati in Italia e in Europa. Così, le cosiddette “Croci risorte” dipinte -il Maestro Guglielmo di Sarzana o il Crocifisso di San Damiano- oppure scolpite -il celeberrimo “Santo Volto” della Cattedrale di Lucca e quello della cocattedrale di Sansepolcro- sono l’alternativa alle più note Croci dipinte di Cimabue o di Giotto della chiesa di Santa Maria Novella a Firenze, oppure le croci a tutto tondo policrome fiorentine del XV secolo e soprattutto il Crocifisso di Donatello -custodito in Santa Croce-, dalla cui disputa con l’amico Brunelleschi nacque una seconda versione del maestro fiorentino -custodita in Santa Maria Novella a Firenze-, oppure Michelangelo Buonarroti nella fantastica Croce di Santo Spirito ed il suo multiplo Gallino, recentemente acquisito dallo Stato da un antiquario di Torino.
A lungo si è parlato del Crocifisso besanese quale multiplo di quello comense, mentre quello della Basilica Romana Minore di Besana -soprattutto alla luce delle analisi e dell’ultimo restauro- non è la semplice copia dell’Annunciata di Como; in realtà nel Quattrocento ve ne sono moltissimi, in ambito fiorentino, così come anche presso la corte dei signori di Milano, che hanno lasciato testimonianze nella stessa Brianza ben ulteriori copie: ad Ello e a Maresso di Missaglia.
L’intero volume del Prof. Varisco è un approfondimento verso il typos iconografico delle rappresentazioni di Nostro Signore Gesù Cristo, le Sacre Reliquie provenienti da Gerusalemme -custodite anche in Lombardia- si pensi ai cosiddetti “eulogi”, le “ampolline votive” custodite nel Museo del Duomo di Monza, che raffigura l’Anastasi gerosolimitana –ovvero l’edicola della Risurrezione nel complesso della Basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, riprodotta anche a Milano nella Chiesa di Santa Maria Maddalena al Sepolcro che custodisce un unicum tanto caro a San Carlo Borromeo-.
Non è un caso che l’Amministratore Apostolico del Patriarchatus Latinus Jerusalem abbia introdotto quest’Opera che analizza compiutamente la storia dell’iconografia cristiana della Santa Croce, così come la devozione popolare con una sezione finale sull’eulologia al Crocifisso.
La centralità dell’Imago Crucis, che è peraltro il segno che contraddistingue la scelta dei cristiani ad essere “cruce signati”, per cantare il Sommo Pontefice beato Paolo VI «Tu ci sei necessario,/ o Cristo, o Signore, o Dio con noi,/ per imparare l’amore vero/ e per camminare nella gioia/ e nella forza della tua carità/ la nostra via faticosa,/ fino all’incontro finale/ con te amato,/ con te atteso,/ con te benedetto nei secoli./ Amen» (Beato Giovanni Battista Montini, Quaresima 1955); il legame del Legno con i Loca Sancta che sono il “quinto Vangelo” per appropriarci del simbolo del Crocifisso Venerato di Besana, vera immagine del grande amore per quelle terre che nel corso della cristianità.
Un libro da non perdere come sottolinea l’Arcivescovo Pizzaballa, -già 167° Custode di Terra Sancta che conferì la Pontificia Crux Aurea Signum Sacri Itineris Hierosolymitani appuntandola al Chiarissimo Cavaliere Professore Alessio Varisco a termine di una solenne Celebrazione Eucaristica per gli sforzi resi in una precedente pubblicazione sul millenario di Burgum Sancti Sepulchri consegnata al Sommo Pontefice Benedetto XVI durante la sua Visita Apostolica il 13 maggio 2012-:
«Ancora una volta, nel presente volume, emerge l’impegno di Alessio Varisco, sempre teso ad indagare e riscoprire i tesori della storia e dell’arte.
Questa nuova pubblicazione, che mette a confronto Crocifissi diversi, ma di analoga impostazione iconografica, offre ai lettori un’occasione ulteriore per fermarsi a considerare con rinnovata gratitudine ed intimo stupore il grande Mistero della nostra Salvezza.
Come osserva il Cardinal Martini, non “c’è persona, non c’è vicenda umana che non abbia il suo punto di riferimento nell’ascolto contemplativo del messaggio della Croce”, “significato e chiave di tutta la storia umana”.
Ci auguriamo che questa nuova fatica del Professor Varisco possa aiutare tanti ad approfondire il proprio rapporto con il Signore Gesù, a rileggere la storia personale e quella del mondo lasciandosi illuminare della “luce” che viene dalla Croce.
Giunga dunque da questa Città Santa di Gerusalemme, Luogo della Croce e della gloriosa Resurrezione, nostre uniche speranze, il mio augurio benedicente ai lettori e a quanti venerano il Crocifisso di Besana, affinché possano continuare ad attingere con amore e con fiducia a questo Mistero di Misericordia infinita.
Gerusalemme, agosto 2017
+ Pierbattista Pizzaballa
Amministratore Apostolico».