Sono trascorsi settanta anni, la nostra vita e corsa via tra cambiamenti epocali, speranze deluse, illusioni perdute. Ma qualcosa è rimasto nel fondo della nostra coscienza, il periodo glorioso della Resistenza nel massetano, dal Settembre 1943 al 24 Giugno 1944. Con gli eventi di quel tragico periodo che sfociò nella liberazione definitiva dal nazifascismo della nostra città: Massa Marittima, importante centro minerario delle colline metallifere toscane. La figura più importante della Resistenza a Massa fu una giovane donna, Norma Parenti, medaglia d’oro al valor militare. Il suo eroico sacrificio è rimasto scolpito nella memoria di noi che eravamo ragazzi e che abbiamo vissuto quei tragici giorni di inizio estate. Norma fu barbaramente assassinata dai nazisti il 23 Giugno, un giorno prima che i partigiani e le truppe americane della V° Armata entrassero in città.
Oggi, dopo settanta anni, un bellissimo libro di Antonella Cocolli, Nadia Pagni e Anna Rita Tiezzi ricostruisce la breve vita di quella bella ragazza dai capelli biondi e lo sguardo fiero, che in nome di valori assoluti di umanità, giustizia e solidarietà, dette un contributo essenziale alla lotta antifascista fino all’estremo sacrificio della sua giovane vita. Le autrici hanno delineato attraverso ricerche di archivio e preziose testimoniane di familiari e amici il carattere ribelle, estroverso e anticonformista di Norma. Facendo risaltare il suo amore per la vita e nello stesso tempo il suo profondo anelito di giustizia e di dedizione al bene. Norma era di educazione cattolica, si dice, ma la sua personalità apparteneva più alle femministe di oggi che alle pacate ragazze dell’Azione Cattolica. È questa modernità di Norma, che risaltava da ogni suo atto, che le autrici hanno messo giustamente in risalto. Ed è uno dei maggiori meriti del libro, corredato dalla preziosa testimonianza del nipote Sergio che ricostruisce con dettagli precisi le ultime ore di Norma, fino al suo arresto da parte di una banda nazista.
In definitiva il libro di Cocolli, Pagni e Tiezzi è riuscito in modo esemplare a riportare alla memoria un personaggio vivo e moderno, non la figura oleografica di una santa laica. Norma Parenti era una partigiana, e da partigiana morì. Questa è l’eredità che ci ha lasciato.
Umberto Lenzi