“Nodi di fer nemico e non d’amante”

Tommaso è un trentenne colto che fa il commesso in un negozio di articoli religiosi, ha uno zio prete e una mamma iperprotettiva ma è ossessionato da un esagerato misticismo. Passa le giornate fra libri edificanti, santini e oggetti di culto ma da un mese la sua virtù è messa a dura prova da Camilla Saracini, la lussuriosa commessa del vicino negozio di lingerie, che lo turba ostentando due tette peccaminose fra le quali svolazza inquietante il tatuaggio di una farfalla.

Nell’animo integerrimo di Tommaso incomincia a farsi strada un sentimento ambiguo, fatto di attrazione e di repulsione. Qualcuno lo chiamerebbe semplicemente amore, lui lo definisce fetore della lussuria.

Non vedo l’ora che, finita l’oscena mascherata, la Quaresima porti un po’ di espiazione e di clienti. Oggi non ho venduto neanche un rosario e, come se non bastasse, quando mi affaccio sulla porta, la visione peccaminosa di quella femmina discinta mi distoglie la mente dai sani piaceri spirituali.

Mi consolerò con la lettura del mio amico Torquato, l’unico che mi capisce. Quando mi abbandono alla tormentata musicalità della sua ottava, dimentico anche lo squallore dei tempi e mi pare di combattere a fianco di Goffredo per liberare il Santo Sepolcro. Il mio eroe è Tancredi. Come vorrei essere con lui mentre avanza nelle tenebre per sfidare l’ignoto guerriero che vaga assetato di sangue fuori dalle mura di Gerusalemme! Lui non sa che dentro l’armatura dell’infedele si nasconde Clorinda di cui è pazzamente innamorato. Ha ragione S.Odilone quando dice che le donne – eccetto le mamme – sono “il vaso della sporcizia” ma Tancredi è scusato perché la vuole convertire.

Sarebbe piaciuto anche a me vivere durante la Controriforma per aiutare gli inquisitori a combattere Eretici e Turchi. Purtroppo oggi non usano più i ruvidi cilici che martoriavano il corpo per salvare l’anima.

Tommaso non vede l’ora che venga il Mercoledì delle ceneri e che ai bagordi peccaminosi del Martedì grasso seguano digiuni ed espiazione.

Sulla soglia, Camilla, telefona all’amica Marika: Non ce la faccio a tornare a casa per mascherarmi ma ho qui il costume. Vieni tu a prendermi in negozio, mi cambio, mi trucco e andiamo a piedi alla festa.

Tommaso, ha sentito tutto ed è disgustato ma non può fare a meno di sbirciare la lasciva farfallina che continua a provocarlo da quell’insenatura che odora di zolfo.

Camilla è eccitata, anche se il suo costume le sembra un tantino eccentrico. Era l’unico rimasto e pare che sia della protagonista di una fiction di amore e di guerra ai tempi delle Crociate.

È tutto il pomeriggio che Tommaso avverte un fremito inconfessabile lungo la schiena che non gli dà tregua e proprio mentre chiude bottega, Marika arriva trafelata, con addosso il vestito da hooligan del Chelsea: – Sbrigati!

Un momento le urla Camilla dal retrobottega quest’armatura pesa tonnellate e scommetto che ha pure la cintura di castità.

Per calmarmi, leggerò qualche ottava della “Gerusalemme liberata, per me l’unica medicina.

Tancredi, sei un mito, sfidala quell’infedele di Clorinda, che osa vomitare minacce come un uomo. Che eccitazione nel momento cruciale del duello!

Ma ecco la voce della mamma che mi chiede di andare a buttare la spazzatura perché ha paura degli screanzati in maschera. Come l’eroico Tancredi si appresta a combattere in un sensuale corpo a corpo con la spietata Clorinda, io mi avvio ad affrontare le pericolose insidie della notte di Carnevale.

Camilla si avvia con l’amica passando per un vicolo buio mentre il vento le agita il pennacchio del cimiero. Ad un tratto esclama terrorizzata: Quell’ombra ci segue, accelera il passo, Marika. Ehi, aiutooo!

Torquato mio, come capisco il tuo furore, segregato come un leone in gabbia in una sordida cella. Ora che hanno rinchiuso anche me, posso condividere i tuoi incubi. Lo psichiatra ha detto che devono sedarmi perché sono pericoloso. Ti giuro, non ho mai fatto del male a una mosca! Ho solo ferito una farfalla ma l’ho fatto perché mi ha provocato. Del resto, anche tu hai voluto che Tancredi ferisse a morte Clorinda in nome della fede.

Tre volte il cavalier la donna stringe,

con le robuste braccia, ed altrettante

da que’ nodi tenaci ella si scinge,

nodi di fer nemico e non d’amante.

Quando l’ho vista avanzare armata fino ai denti in quel vicolo buio, non ci ho più visto e ho compiuto la mia missione. In preda a un fremito selvaggio, l’ho colpita più volte con il tagliacarte che avevo in tasca.

Forse se la sua amica non si fosse messa a urlare come un maiale scannato, la mia ira si sarebbe placata. Invece, di fronte alla reazione isterica di quelle due svergognate, l’impulso incontenibile ha avuto la meglio sulla ragione.

Capisci, Torquato? Una voce dall’alto ha guidato la mia mano; più quella urlava e più io infierivo sulla corazza ma è stato quando l’alluminio si è squarciato e la farfalla peccaminosa è spuntata fra i seni ansanti che ho affondato il ferro in quelle carni lussuriose.

Poi ricordo solo il suono di una tromba di guerra. O forse era la sirena di un’ambulanza.

Ora eccomi qui, guardato a vista, con la mamma fuori che piange e prega che quella svergognata guarisca, altrimenti sono nei guai. Dico io, è il caso di farla tanto lunga per un graffio? Non mi dovrebbe ringraziare quella spacciatrice di mutande oscene per averle offerto l’occasione di farsi cancellare dal chirurgo quel dannato insetto, simbolo della più sfrenata perversione?

Laura Vignali

Commenti

4 commenti a ““Nodi di fer nemico e non d’amante””


  1. Laura lenti ha detto:

    Questa volta la commistione fra fantasia e letteratura ha dato un risultato esilarante. Brava!

  2. Aurora ha detto:

    Questo racconto è geniale metterò l’apposito traduttore vocale perché ho letto la prima parte le a lettura ti coinvolge.
    Se poi non lo so mettere e Luisa mi trascura leggerò pezzettino per pezzettino ma tutto perché il racconto questa volta in
    particolare mi
    affascina…complimenti

  3. Marco Tognozzi ha detto:

    Complimenti, sempre una gran bella fantasia e gran bella penna

  4. Rosa spera ha detto:

    Un racconto che funziona e diverte

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