L’eroe, il santo, il re, attraverso il popolo sognatore, sottraggono se stessi alla rovina e all’oblio. Più forte di loro c’è l’amore, più forte dell’amore c’è la poesia. Solo i poeti possono salvare chi vogliono: Dante e i cantori salvano Pia; la salvano per sempre, per un’intera civiltà, per un intero volgere di secoli. Perchè?
Perchè lei lo chiese. «Ricorditi di me...» disse a Dante nell’altro mondo.
Pia, sposa infelice di Nello Pannocchieschi, uccisa, lasciata morire tra le paludi: «Siena mi fe’, disfecemi Maremma…».
A chi dorme nel Castello di Pietraappare un fantasma gentile, diceva la leggenda, sfatata dagli archeologi che hanno scavato quel rudere. Poi, tra le rovine e i crolli, si trovano reperti e monete, e i resti di un boccale di maiolica arcaica del Trecento, sicuramente raro e prezioso per quel tempo. I frammenti vengono ricomposti e appare lo stemma dei Tolomei.
I vecchissimi serpenti diventano draghi, mettono le ali, le zampe e un gioiello in mezzo alla fronte (ma non possono volare). In molti testimoniano di aver incontrato queste creature del mondo di mezzo e non sono passati troppi anni.
Il potere del serpente aspetta sulla loro strada il guerriero e il santo, e così Guglielmo a Malavalle, Giorgio a Montorgiali e Montemerano, Mamiliano nell’isola di Montecristo, uccidono il drago. Poi il conte Sforza, nel tardo medioevo, uccide un mostro e ne conserva la testa. Era un coccodrillo, si dirà.
Un prete sul monte Amiata vedrà il drago combattere con la Vergine e ritirarsi sconfitto.
Un altro prete, a Semproniano, lo inganna con uno specchio e gli spara. E’ apparso l’archibugio; nel Sud America se ne armeranno gli angeli dei dipinti, abbandonando lance e spade.
Poi il drago si perderà nel profondo del cielo, nell’abisso, nella spina dorsale, nelle fogne di New York dove comanda il coccodrillo cieco.
Erano arrivati nei domini dei principi della Maremma, a Scarlino degli Appiano, a Santa Fiora degli Sforza, soprattutto a Sorano e Pitigliano degli Orsini. Nel 1559 Judà Scebbedai costruì la sinagoga e cominciò un buon periodo per la comunità israelitica, tanto che Pitigliano fu chiamata “Piccola Gerusalemme” e, nel 1840, gli ebrei erano ancora oltre trecento.
Delle molte leggende, alcune classiche dell’antisemitismo, delle molte usanze rimaste fino ad oggi non parlerò perchè mi preme raccontare una storia… Allora, negli anni settanta del secolo scorso, la sinagoga era in rovina, il ghetto abbandonato, ma un vecchio ebreo ci raccontò che accendendo a una certa ora, di una certa notte, certe finestre dell’incredibile scenario che offre Pitigliano a chi arriva dalla Maremma, si poteva leggere una musica, come in uno spartito di pietra.
Leggenda dolcissima e fantasiosa da assaporare come un’arcana verità, ma che non ha mai trovato conferme.
Ma ora siamo alla curva che rivela Pitigliano all’improvviso, è notte fonda, la luce elettrica è saltata. Una finestra si illumina, poi un’altra… La musica segreta si rivela.
Tanti anni fa Corrado Barontini cominciò a censire i grandi alberi della Maremma. Ci fu subito chiaro che furono gli spiriti a salvarli giù giù nei secoli. Alberi e draghi, alberi e Madonne, alberi e storie, storie, storie…
Già allora la sugherona di Buriano era caduta; già allora si rideva del fatto che i tirlesi piangevano un olmo bruciato dai turchi secoli prima. Poi tutti piangemmo, anche il poeta Mario Luzi, la cui mamma era di Samprugnano, l’olivone di Semproniano bruciato, per spregio, da qualche povero.
Intanto sopra Roccalbegna erano stati scoperti dei tigli secolari, messi in un certo modo, chissà da chi, chissà perchè…
Ma il grande albero della mappa è l’albero le cui foglie stormiscono e raccontano storie, storie, storie…
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ESTRATTI DAL LIBRO
TITOLO: Maremma segreta – la mappa delle storie e delle leggende
TESTI: Piergiorgio Zotti
DISEGNI: Massimiliano Longo
PAGINE: 128
COLLANA: Microcosmi
ISBN: 978 88 89836 57 6
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2008
PREZZO: euro 15.00
Disponibile anche in formato ebook qui.
Scheda di Maremma segreta – la mappa delle storie e delle leggende