La badessa di Jouarre, traduzione e cura di A.C. Faitrop-Porta.
Avendo ultimato la lettura del dramma di Renan, posso confermare la riuscita di questo dramma interpretato dalla Duse. L’introduzione critica, redatta da Anne-Christine Faitrop-Porta, permette di cogliere il clima storico-letterario che accolse la pubblicazione dell’Abbesse de Jouarre nel 1886. Giudizi contrastanti in Italia e negativi in Francia.
I primi tre atti fanno rivivere gli anni della Terreur, orrore attenuato da carcerieri rispettosi degli ordini, ma umani nell’animo, mentre gli ultimi due mettono in evidenza la debolezza umana della Badessa, il suo cedere e il disperato tentativo di procurarsi la morte, la cancellazione grazie alla fiducia riposta da diversi personaggi credenti nella “misericordia divina”, che non abbandona coloro che sono sinceramente pentiti. In effetti, gli ultimi due atti risentono dell’influenza italiana per ciò che concerne il trionfo dell’amore in sé e dell’amore cristiano.
Una lodevole sottolineatura va alle note a piè di pagina che arricchiscono la traduzione italiana con cenni storici precisi e illuminanti e con collegamenti letterari interessanti, come l’incontro tra Giulia e l’ufficiale nel parigino Jardin du Luxembourg, non dissimile dall’incontro tra Marius e Cosette nei Misérables. Infine, alla Duse vanno lodi per la coraggiosa e appassionata rappresentazione teatrale che fu l’unica ad osare e tanto lustro diede a questo dramma.
Rosa Anna Bracco,
docente di Lingua e Letteratura francese e membro dell’Alliance Française di Caltanissetta