È un’analisi sull’evoluzione della società civile italiana, dalla fine del secondo conflitto mondiale ad oggi. Affronta argomenti quali la Giustizia, la Mafia, la Chiesa Cattolica, la Massoneria, l’Islam, la Famiglia, tema centrale dell’ultimo Sinodo. Il libro La nostra Controrivoluzione (edizioni Effigi), scritto dal nobile senese Guido Fineschi Sergardi, sarà presentato a Firenze venerdì 7 novembre alle ore 16 nella Sala di Luca Giordano a Palazzo Medici Riccardi, per iniziativa della delegazione toscana del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio. Con l’autore interverranno come relatori monsignor fra’ Giovanni Scarabelli, i docenti universitari Giovanni Cipriani, Massimo E. Inghirami e Alì Abukar Hayo (Mogadiscio). Moderatore il giornalista Antonio Lovascio, già vicedirettore de «La Nazione». Il volume si avvale della prefazione di monsignor Gianfranco Girotti, reggente emerito della Penitenzieria Apostolica, che qui sotto riproduciamo.
All’invito di un amico non si può resistere e Guido Fineschi Sergardi è un amico vero, autentico. Ne conosco l’onestà a tutto campo, il coinvolgimento sociale nel sociale, la piega critica della lettura della nostra storia recente e contemporanea e soprattutto l’intento, variamente dichiarato, di mettere in evidenza lacune e contraddizioni, con la nascosta speranza che, diventando comunitaria, la voce sia più vicina ai fini del loro superamento. L’arco tematico va dalla famiglia in dissesto ai giovani in cerca di occupazione, al lavoro sempre più scarso e di carattere sempre più specialistico. Oltre che denunciare cadute di tono in campo morale e scelte politiche a volte dissennate, cosa proporre per dare stabilità alla famiglia, formazione solida ai giovani, dimensione più umanamente coinvolgente al lavoro? Il suo occhio semplice ma non distratto, le sue analisi sbrigative ma non superficiali; le prospettive che dischiude a volte, forse, più con la forza dell’emozione che con il rigore della ragione, sono tratti che rendono certamente piacevole la lettura di queste pagine, scritte con il calore del cuore e la determinazione di chi non si accontenta di assistere agli eventi, ma vuole partecipare al loro accadimento. Spia della bontà sotterranea dell’intero discorso è la dedica ai bambini, di cui conosce la tristezza che ne vela lo sguardo, lo smarrimento che segna troppo in fretta e con brutalità il loro primo aprirsi al mondo. Ebbene, lasciando intravedere uno squarcio della sensibilità del suo animo, egli, con grande forza, si augura che tutti i bambini della terra «possano guardare al futuro con un sorriso. È un barlume di luce che attraversa tutte le pagine del libro e accende nel lettore il desiderio di partecipare con maggiore consapevolezza al superamento delle difficoltà più vistose del nostro tempo.
Gianfranco Girotti