Intellettuali e popolo raccoglie il succo di una ricerca che l’Istituto Gramsci di Grosseto ha svolto a cavallo tra il 2012, l’anno della sua nascita, e la prima parte del 2013.
Il tema gli intellettuali è un classico della sociologia politica, una sorta di autoriflessione esercitata da chi operando culturalmente cerca di isolare le ragioni e i tratti utili per definirsi e definire il proprio ruolo, la propria necessità storica.
Meno frequentato l’argomento popolo, oggi tanto celebrato quanto di fatto solo sfiorato, quasi vittima di un comune imbarazzo culturale, quello che in genere nasce dalle questioni difficili che meriterebbero i tempi troppo lunghi dell’analisi per arrivare a qualche conclusione degna di nota.La ricerca del Gramsci grossetano ha messo insieme i due termini, partendo dalla suggestione del famoso titolo asorrosiano, scrittori e popolo, e tentando una dialettica ardua comunque e ovunque, non solo in Maremma, ma prendendo le mosse proprio da questo territorio.
Una volontà di uscire dagli stereotipi, quello del mito di una terra di rude fascino, votata per forza all’idea del buon selvaggio, e quello di un passato in cui gli intellettuali, pochi, c’erano e prosperavano, al contrario del presente arido e smarrito.
Il libro è la storia di una serie di incontri tra persone, si chiamino intellettuali, si chiamino popolo, che oggi in Maremma vivono pensanti, dunque è un invito a tenere desta l’attenzione e a continuare a pensare, a dibattere e a prendere posizione. Libro non di politica culturale, ma di cultura politica.
Sulle orme di Gramsci, l’intellettuale che più di altri in Italia (e qui forse sta la ragione della sua discontinua fortuna in patria) ha bandito le nostalgie e continua a richiamarci alla responsabilità di schierarsi per essere vivi.
Lucia Matergi