Caro Santino,
ho letto il tuo libro veramente stupendo. Ho cominciato in modo sistematico, ma poi, per curiosità ho proceduto cercando le parti che mi parevano più interessanti, procedendo avanti e indietro, veramente preso da questa tragica vicenda che conoscevo, ma in modo superficiale.
La figura del Comandante Renzino è veramente credibile e umana, con le sue debolezze, i suoi valori e le sue ammissioni. Tu sei stato molto equilibrato nel raccontarla facendo parlare il protagonista e aggiungendo equilibrate notazioni. Hai saputo individuare le esagerazioni, le ricostruzioni di parte, facendo emergere i fatti e le testimonianze confermate puntualmente.
Che dire. Ormai farti i complimenti è un esercizio ripetitivo. In questo lavoro hai dimostrato di saperti emozionare ancora alla ricerca, lunga, faticosa, e saper affrontare un tema così bruciante come un giornalista d’inchiesta, molto navigato e maturo. Hai fatto anche tu la scuola ufficiali di complemento, quindi hai capito e saputo rendere le difficoltà incontrate da Edoardo Succhielli durante la guerra. Il dramma umano che rileggi e chiarisci nel tuo lavoro potrebbe essere il soggetto per un film verità sulla Resistenza, soprattutto per come lo hai impostato e portato a termine costruendo una “memoria riunita”, fino ad ora divisa. Capisco un poco le difficoltà e la mole dell’impegno che hai dovuto sostenere. Né esaltazione, né revisionismo becero: serve capire, dopo ormai quasi settant’anni, le verità più profonde e autentiche che salgono dall’angoscia dell’animo umano che riconosce le scelte compiute con i propri limiti ed errori. Sei riuscito pienamente nell’impresa.
Complimenti sinceri. Un abbraccio. Ermanno
Caro Santino,
ho letto il tuo libro veramente stupendo. Ho cominciato in modo sistematico, ma poi, per curiosità ho proceduto cercando le parti che mi parevano più interessanti, procedendo avanti e indietro, veramente preso da questa tragica vicenda che conoscevo, ma in modo superficiale.
La figura del Comandante Renzino è veramente credibile e umana, con le sue debolezze, i suoi valori e le sue ammissioni. Tu sei stato molto equilibrato nel raccontarla facendo parlare il protagonista e aggiungendo equilibrate notazioni. Hai saputo individuare le esagerazioni, le ricostruzioni di parte, facendo emergere i fatti e le testimonianze confermate puntualmente.
Che dire. Ormai farti i complimenti è un esercizio ripetitivo. In questo lavoro hai dimostrato di saperti emozionare ancora alla ricerca, lunga, faticosa, e saper affrontare un tema così bruciante come un giornalista d’inchiesta, molto navigato e maturo. Hai fatto anche tu la scuola ufficiali di complemento, quindi hai capito e saputo rendere le difficoltà incontrate da Edoardo Succhielli durante la guerra. Il dramma umano che rileggi e chiarisci nel tuo lavoro potrebbe essere il soggetto per un film verità sulla Resistenza, soprattutto per come lo hai impostato e portato a termine costruendo una “memoria riunita”, fino ad ora divisa. Capisco un poco le difficoltà e la mole dell’impegno che hai dovuto sostenere. Né esaltazione, né revisionismo becero: serve capire, dopo ormai quasi settant’anni, le verità più profonde e autentiche che salgono dall’angoscia dell’animo umano che riconosce le scelte compiute con i propri limiti ed errori. Sei riuscito pienamente nell’impresa.
Complimenti sinceri. Un abbraccio. Ermanno