Viveva in Nuova Zelanda una cangurina di nome Flory, molto vivace, curiosa e inquieta che, ormai stanca della solita vita, si imbarcò clandestinamente su una nave diretta in Antartide.
Giunta a destinazione, trovò l’ambiente un po’ freddo, ma le piacevano i colori, la tranquillità e, soprattutto, fu affascinata da un iceberg che la accolse tra i suoi ghiacci iridescenti e le sembrò di trovarsi molto meglio che nelle verdi terre da cui proveniva. L’iceberg, ovviamente, era un po’ gelido, ma aveva degli anfratti nascosti in cui si stava piuttosto bene. Flory, come era nella sua natura, saltava spesso e rideva e chiacchierava. A volte cantava perfino, nella lingua e nel modo dei canguri, naturalmente.
Ogni tanto l’iceberg, quando riteneva che lei esagerasse, con un impercettibile movimento dei suoi ghiacci, la buttava in acqua. E le acque dell’Antartide, si sa, non sono a temperatura termale.
Andarono avanti così per molto tempo finché:
(ciascuno può scegliere il finale in base alla propria disposizione d’animo)
FINALE 1 – L’iceberg tollerava sempre meno i salti di Flory e sempre più spesso la buttava in acqua. Finché lei, ormai provata e sofferente di reumatismi, decise di imbarcarsi su un peschereccio di passaggio e lasciò per sempre il paesaggio polare.
FINALE 2- Flory, tra un bagno e l’altro, si adattò sempre più alla vita dei ghiacci e, mano a mano che il tempo passava, le sue caratteristiche fisiche mutarono e, una mattina, specchiandosi nei ghiacci dell’iceberg, si accorse di non essere più un canguro ma un pinguino. Lì per lì rimase un po’ sconcertata e, soprattutto, dispiaciuta di non poter saltare. Ma poi l’iceberg l’accolse nei suoi ghiacci eterni dove finalmente, grazie alla nuova condizione, non sentiva più freddo. E vissero ragionevolmente felici e contenti.
Fulvia Perillo