Recentemente ho letto un libro dal titolo, “Il Secolo della borghesia”, di Cesare de Seta, che mi è piaciuto molto. Parla di arte e di artisti famosi, da Monet a Renoir, Ingres, Seurat e molti altri. Sapevo poco di questi argomenti; è pur vero che a casa, a Milano, avevamo una vecchia raccolta di volumi sulla pittura. Tuttavia, quando sfogliavo questi libri facevo fatica a capire i contenuti del volume. Ebbene, Cesare de Seta mi ha aiutato a migliorare la mia conoscenza di questi grandi artisti, facendomi capire il contesto storico e culturale dell’epoca. Si parla del Diciannovesimo secolo e di un paese: la Francia. Forse per il questo il libro si intitola, “il Secolo della Borghesia”. La Francia è stato uno dei primi Stati europei ad avere un ceto borghese illuminato, laico, intraprendente, capitalista ed industriale. Questo era il nuovo contesto dove si muovevano questi grandi artisti. Questo era il nuovo pubblico ed i nuovi mecenati. Borghesi e non più aristocratici e sovrani. Cambiavano in questo modo i gusti e si richiedeva, perciò, all’arte, alla pittura, di esprimere una nuova sensibilità differente dalla solita Accademia. Gli Impressionisti, ci spiega l’autore, compresero questi mutamenti e cambiarono il metodo del Bel Dipingere allora di moda, rinnovando i rapporti esistenti con la critica e il pubblico. Anche Seurat ed il suo “divisionismo” fu una innovazione: eravamo già, tuttavia, tra i post-impressionisti o neo impressionisti. All’inizio questi pittori faticarono a entrare in sintonia con il pubblico: molte delle loro opere furono rifiutate al Salon, il maggiore tempio dell’arte come era concepita dall’Accademia. Dovettero inventarsi una loro, magnifica, Esposizione di tele “impressioniste”. Come vennero chiamate dalla critica. L’Accademia di Belle Arti non amava queste Avanguardie. Era un po’ come la contrapposizione tra destra e sinistra nell’odierno Parlamento. Due concezioni si affrontavano. Due sensibilità e visioni. Col tempo, tuttavia, anche la critica ed il grande pubblico amarono queste nuove creazioni e forme d’arte. Ma ci volle molto tempo. Di recente, a questo proposito, ho visto alla televisione un film sulla vita del grande pittore americano J. Pollock. Pochi compresero la grandezza della sua arte e del suo stile innovativo. Molti esperti vedevano solo caoticità e quasi bruttezza. Io considero l’opera di questo genio bella, vivace e creativa in modo originale. Oggi le sue opere sono all’interno del mercato dell’arte tra le più importanti e preziose. Accademia ed avanguardia, un dualismo e un problema critico che andrebbe sempre analizzato quando studiamo e amiamo le opere di pittori geniali e innovativi.
Corrado Caruso