Lisa rifletteva spesso sulle caratteristiche dei suoi figli, davvero molto diversi l’uno dall’altra. Ovvero: fisicamente non troppo, perché entrambi erano biondi ed avevano grandi occhi celesti, decisamente quel tipo di bambino di fronte a cui tutti esclamano: bello/a! E che occhi!
Ma,riguardo al carattere, per quanto era capriccioso, scostante e iracondo Marco, così Vittoria era dolce, gentile e sempre accomodante.
Portare alla scuola materna il primogenito era stata una vera tragedia.
Aveva cominciato col distendersi a terra, urlare fino a diventare paonazzo e poi costringere le maestre a chiamare la madre, perché venisse a prenderlo.
Solo a metà del secondo anno, aveva cominciato ad adattarsi, pur mantenendo una scarsa socievolezza e un temperamento instabile.
Tre anni dopo, quando Marco aveva iniziato le elementari, era stata la volta di Vittoria di cominciare l’asilo.
Le maestre, dopo l’esperienza col fratello, erano preoccupate, ma la questione aveva preso subito un’altra piega.
La bambina, infatti, già il primo giorno aveva mostrato di gradire molto il nuovo ambiente e aveva tranquillizzato la madre, dicendole: “Ciao, mammina, vai in ufficio”.
Lisa si era aspettata una reazione successiva, magari un pianto improvviso o un capriccio. Invece niente. Vittoria non aveva avuto bisogno di inserimento e fin dall’inizio era rimasta anche a pranzo e fino alle quattro del pomeriggio.
Marco, intanto, si era inserito bene alle elementari. Pur rimanendo scontroso, la curiosità dell’apprendimento faceva sì che andasse a scuola volentieri e poi, ma questo lo pensava Lisa, il fatto che anche Vittoria fosse scolarizzata e non godesse più del privilegio di stare con la nonna gli migliorava l’umore.
La piccola, intanto, era diventata una star nella scuola materna. In parte per la sua bellezza, ma soprattutto per il suo buon carattere, tutti le volevano bene e si contendevano la sua compagnia.
A fine ottobre, le maestre indissero il ricevimento collettivo dei genitori.
Le mamme di alcuni bambini si mostrarono particolarmente agitate.
Lisa le ascoltava, chiedendosi come fosse possibile farsi tanti problemi senza alcun motivo. Lei correva da mattina a sera, due bambini, l’ufficio, un marito avvocato, praticamente senza orari. Certo, non aveva voglia di perdere le sue energie discutendo di programmi didattici alla materna.
Le altre signore, invece, erano critiche e pretenziose con le povere maestre che già gestivano venticinque bambini di tre anni.
Ma, oltre al programma, le lamentele delle mamme si concentrarono sulla presenza di un bambino, a detta loro, disadattato e pericoloso.
Ciprian, figlio di una rumena e senza padre, era litigioso e aggressivo.
La mamma di Nicola, poi, sosteneva che avesse picchiato più volte suo figlio e, addirittura, gli avesse fatto sbattere la testa sulla cattedra. Le maestre erano affrante. Dicevano che, sì, Ciprian era agitato, ma anche Nicola non scherzava e la storia della cattedra non era andata proprio così.
A quel punto la signora madre del piccolo Nicola si era risentita, scagliandosi contro le maestre, coadiuvata nella sua ira da altre due mamme battagliere.
“Se Nicola o qualche altro bambino dovesse farsi male, care le mie signore, io VI DENUNCIO! Avete capito?”.
Le altre madri valkirie annuivano con convinzione, mentre Lisa si sentiva davvero imbarazzata.
La sera raccontò al marito quanto era accaduto alla riunione.
Vittoria giocava col fratello, ma, di tanto in tanto, si girava verso i genitori e pareva che cercasse di seguire la conversazione.
Ma no – pensava Lisa – è così piccola, non credo che ascolti.
Nei giorni seguenti, però, Lisa notò un fatto nuovo.
Il pomeriggio, quando uscivano da scuola, Vittoria teneva sempre per mano Ciprian ed erano piuttosto buffi.
Lei era più alta di lui, molto ordinata e con lo sguardo radioso.
Lui aveva la testa un po’ grossa, i lineamenti dispettosi e un aspetto poco curato.
Ma Vittoria se lo teneva stretto finché non lo riconsegnava alla madre.
E così andò avanti per tutto l’anno. Non solo: a Natale, durante la recita, Vittoria tenne Ciprian stretto a sé, impedendogli così di reagire a Nicola e ad altri che gli facevano smorfie e sberleffi.
Ma purtroppo, a febbraio, Vittoria prese una brutta influenza e fu assente da scuola per due settimane.
Quando rientrò, Ciprian non c’era.
La bambina ne fu addolorata e chiese alle maestre se anche lui fosse malato. Ma loro risposero evasivamente.
Alcuni giorni dopo, però, Lisa venne a sapere che, durante l’assenza di Vittoria, Nicola e Ciprian si erano picchiati, anzi, a detta della madre, Ciprian aveva massacrato suo figlio che si era fatto un taglio sulla fronte tanto che gli avevano dovuto mettere quattro punti.
Era scoppiato il finimondo. La direttrice aveva mandato a chiamare la mamma di Ciprian che era giovanissima e fragile, facendola piangere.
Da allora il bambino non era più andato a scuola.
Vittoria, contrariamente al solito, appariva cupa e nervosa.
Lisa, inizialmente, pensò che si trattasse dell’influenza non guarita.
Poi capì: l’assenza del suo protetto la destabilizzava.
“Tesoro – le disse – ti manca tanto Ciprian?”.
“Sì – rispose la bambina piangendo – lui è buono, lo vedi, non è vero che picchia!”.
“Eppure lo dicono anche le maestre”.
“Ma perché loro non capiscono”.
“Cosa?”.
“Che Ciprian ha bisogno della mano. Mamma, lo vedi come è buono con me. Perché io gli do la mano! Fallo tornare a scuola, ti prego!”.
Così Lisa si fece coraggio e si recò a casa del bambino.
Convinse la madre a riportarlo a scuola, garantendo, poi anche con le maestre, che se ne sarebbe presa cura insieme a Vittoria.
E così fu. Lisa e Magda, la giovane madre del bimbo, diventarono amiche e presero a vedersi nel pomeriggio insieme ai figli.
Vittoria continuò nella sua opera di sostegno e Ciprian si calmò.
Lisa aiutò Magda a trovare un lavoro adeguato e le affittò un appartamentino di sua proprietà.
Sono passati dodici anni.
Vittoria e Ciprian sono ancora in classe insieme e frequentano la seconda liceo scientifico.
Lui non è più intemperante, anzi, è un ragazzo molto saggio e di poche parole.
Guarda con ammirazione la sua protettrice che ora è diventata una bellissima adolescente.
Sa di esserle debitore per tutte le volte che lo ha tenuto stretto a sé e protetto da se stesso e da bambini viziati e capricciosi.
Qualche volta si chiede quale sia il sentimento che li lega.
Ma poi decide di rimandare la definizione e godersi il privilegio di essere il migliore amico di Vittoria. Per ora, aggiunge fra sé.
Fulvia Perillo