Prende spunto da una vicenda vera poi romanzata dalla fantasia dello scrittore, il libro “Attraverso la grande acqua” di Beppe Corlito pubblicato da Edizioni Effigi. Una storia d’amore avventurosa a ridosso degli anni di piombo che nasce in maniera inusuale: da un’inserzione su una rivista porno. Due sconosciuti decidono di incontrarsi a Roma, dove vive Ada, signora enignatica che forse nasconde una tranquilla vita familiare. Il protagonista maschile invece è Dino che esce da una serie di crisi dolorose che minano la sua esistenza. Attraverso il suo sguardo percorriamo Pisa, l’atmosfera soffocante della sua casa con la madre ossessionata dai ladri e dal malocchio. Sembra un eterno adolescente Dino soprannominato Didi, rincorso da angosce, pervaso dal desiderio di possedere una donna ma preoccupato di finire di essere lui a dover dipendere dall’altra persona. Col terrore dell’abbandono. La libera amicizia con la signora Ada che lo chiama regolarmente ogni mese per incontrarsi nella capitale – città che da accogliente diventa quasi ostile quando trovarsi sempre in un albergo diverso assume i toni dello squallore e perde il fascino dell’avventura fugace – a un certo punto diventa stretta. Dino vorrebbe l’amore, forse lo prova, ma non riesce a parlare, a chiedere. E così finisce per sentirsi prigioniero di una stanza d’albergo proprio come i due amanti del film “L’angelo sterminatore” di Buñuel sono rinchiusi in un armadio. È un naufrago senza un approdo sicuro, un adulto con i pensieri di un adolescente che vorrebbe sentirsi libero di abbandonarsi al fluire del mare, a quelle onde che vede dalla villetta dell’Argentario, ma avendo la certezza di una riva.
Irene Blundo – La Nazione