È scomparso Leoncarlo Settimelli giornalista ricercatore e interprete della tradizione popolare italiana e non solo
Testimonianza di Corrado Barontini
C’era una volta la “sinistra” che raccontava un’altra storia e un’altra Italia, quella del coraggio e della lotta per il riscatto e la dignità degli uomini. Furono anni che portarono alla ribalta i suoni, le armonie, il mondo d’una volta carico di vicende e di racconti dalle voci inconfondibili. Furono anni caratterizzati dalle manifestazioni popolari nelle quali Leoncarlo Settimelli era già uno dei pochi artisti che si distingueva portando nei suoi spettacoli gli ideali in cui credeva, attingendo alle tradizioni orali più genuine, alle forme delle ballate popolari che faceva rivivere nei suoi concerti con il Canzoniere Internazionale.
Settimelli era nato a Lastra a Signa nel 1937 in una famiglia di antifascisti. Negli anni ‘60 si trasferirà a Roma dove lavorerà come operaio e poi come giornalista. A Roma fonderà insieme a Marco Ligini, Elena Morandi, Laura Falavolti, ed altri, il circolo da cui nascerà il “Canzoniere Internazionale”. Fra i suoi libri ricordiamo almeno le raccolte di canzoni popolari rappresentativi del patrimonio culturale della sinistra: “Canti anarchici” e “Canti socialisti e comunisti”, scritti insieme alla sua compagna Laura Falavolti.
Negli anni settanta, dopo aver realizzato con Morbello Vergari la ricerca sui canti popolari in Maremma, ebbi modo di conoscere personalmente Settimelli. Anzi fu lui che ci venne a cercare: era il 1976 o ’77 quando Leoncarlo venne a registrare alcuni canzoni del “Coro degli Etruschi” per inserirle nella trasmissione televisiva “Dalle parti nostre” che andava in onda in prima serata su Rai1. Dalla Maremma Leoncarlo portò alla ribalta, oltre al nostro Coro, anche il Cantastorie Eugenio Bargagli con Mirella e, addirittura in studio RAI, i Cardellini di Castel del Piano con il loro canto a “bèi”.
La notizia della sua scomparsa, avvenuta ad aprile del 2011, l’ho appresa dal “Nuovo Corriere dell’Amiata”, leggendo l’articolo del suo Direttore, Mario Papalini, che come editore di Effigi, gli aveva pubblicato alcuni suoi libri fra cui: “I Lazzaretti. Una dinastia nella bufera”. Scriveva Papalini: “…ci mancheranno moltissimo quelle tue frasi inossidabili, cariche di buon senso, raziocinio, entusiasmo, amore per una terra che non era la tua, ma lo è diventata negli anni.”
Leoncarlo Settimelli viveva a Roma, ma ogni occasione era buona per andare a Santa Fiora, sull’Amiata dove aveva una casa e molti amici. Oltre alle ricerche su Lazzaretti, aveva curato nel 1995, un libro intitolato “Bella mì Santa Fiora – il folclore nel paese degli Aldobrandeschi e degli Sforza”, dimostrando di sentirsi a tutti gli effetti un cittadino di quel paese.
Un’opera sul Messia dell’Amiata venne composta per il centenario dall’uccisione di David Lazzaretti che Settimelli intitolò : “Vita profezie e morte di David Lazzaretti detto il nuovo messia” che venne rappresentata al teatro dei Rinnovati di Siena nel 1978.
Ora che non c’è più occorre far tesoro del suo patrimonio di ricerca e del suo stile energico e coerente che ha saputo mantenere fino in fondo con spirito libero, rimanendo culturalmente legato ad un’area di sinistra critica che riesce ancora a ragionare usando il cuore.
Articolo di Corrado Barontini per Toscana Folk