Caro Leoncarlo
Sono io a scriverti questo mese dalla minuta redazione de Il Nuovo Corriere dell’Amiata a quell’indirizzo irreprensibile da cui non potrai mandarci la tua cartolina.
Già, non potrai più scriverci e ci mancheranno moltissimo quelle tue frasi inossidabili, cariche di buon senso, raziocinio, entusiasmo, amore per una terra che non era la tua, ma lo è diventata negli anni.
Nei tempi prossimi si parlerà di te, di quel che hai fatto, quel che eri, e quel che in noi di te rimarrà. Corrono le immagini e il suono imperioso della tua voce, dagli anni Settanta agli ultimi incontri, ai libri che abbiamo fatto e ad altri che avevamo in testa. Quante cose, quanta poesia, quanta cultura in una sola vita…
Ti saluto e ti abbraccio confidando nella lezione che, umilmente, hai voluto impartirci e di cui dovreo e sapremo fare tesoro. E se, in quel posto dove adesso sei, se non vogliono chiudere anche lì gli uffici postali, ti dovessi annoiare, sappi che hai reso migliore la nostra esperienza che anche a noi a qualcun altro dovremo affidare.
Mario Papalini