Il racconto di un secolo e mezzo di storia italiana attraverso gli articoli di Giorgio Frasca Polara, giornalista di lungo corso, raccolti in un volume pubblicato dalla casa editrice fiorentina tessere.
Una tela intessuta con pazienza, abilità, acume, conoscenza profonda di fatti, avvenimenti, personaggi. Una tela preziosa che copre quasi un secolo e mezzo di storia italiana. È quella che ci regala Giorgio Frasca Polara, giornalista di lungo corso che ha vissuto nelle redazioni e frequentato, e ancora frequenta, a 84 anni, la Sala stampa del Senato.
Trama e ordito di questo tessuto sono i 36 articoli che Frasca Polara ha scritto con cadenza mensile, per la rivista on line tessere (www.tessere.org), raccontando eventi noti e meno noti di questo Paese in un arco di tempo che va dal 1869 al 2005. Quei testi sono stati raccolti nel volume, La tela del cronista. Tessere la storia con la penna in mano, arricchito dai contributi, ricordi, aneddoti di Sergio Sergi, Paolo Franchi, Giuseppe Ceretti, Valeria Marchionne, Gian Luca Corradi, Daniele Pugliese, e da un ricordo di Emanuele Macaluso, che stava proprio scrivendo la prefazione quando ci è stato portato via.
«Una lettura avvincente dei fatti d’Italia», come la definisce nella sua prefazione Sergio Sergi. Che aggiunge: «C’è il talento di un professionista nato per fare questo prezioso mestiere, di un osservatore attento della società italiana e, se vogliamo, anche di un protagonista diretto, di un testimone di prima fila per tanti anni».
Il primo episodio narrato da Frasca Polara, “La madre di tutte le Tangentopoli”, risale al 1896. Un libro di Felice Borri, libraio-editore in Torino, che diede alle stampe una Storia dei ladri nel regno d’Italia da Torino a Roma. Un secolo dopo, nel 1966, l’allora governatore di Bankitalia Guido Carli alla vigilia di Natale ne fece fare una ristampa anastatica in cinquanta copie, da regalare ad altrettanti destinatari come cadeau natalizio. Nel 1924, l’ultimo discorso di Matteotti alla Camera, dieci giorni prima di essere rapito e ucciso a pugnalate. L’aggressione fascista a Toscanini, nel maggio 1931 a Bologna, mentre il maestro, irriducibile avversario di Mussolini, stava entrando al Teatro Comunale per dirigere un concerto. La storia lunga e tormentata del voto alle donne. Nel 1950, il racconto dell’eccidio operaio di Modena da parte di Gianni Rodari, inviato de “l’Unità”.
Nel 1966, una storia che vede protagonista lo stesso Giorgio Frasca Polara, neo cronista parlamentare, ma anche inviato dell’Unità: la battaglia contro lo scempio edilizio della Valle dei Templi, dopo la frana che nel luglio aveva devastato Agrigento, condotta assieme all’allora direttore de “l’Unità” Mario Alicata (che morì d’infarto poche ore dopo la conclusione del dibattito parlamentare).
Giorgio Frasca Polara, La tela del cronista. Tessere la storia con la penna in mano, Firenze, Tessere, 2011, pp. 304
Chi è Giorgio Frasca Polara
Nato a Roma, nella clinica Quisisana, lo stesso giorno dello stesso anno e nello stesso posto dove morì Antonio Gramsci (una coincidenza che evidentemente ha segnato il suo destino), Giorgio Frasca Polara ha lavorato come giornalista, prima a “l’Unità”, per 43 anni (fino al momento della privatizzazione), poi per 13 anni come portavoce di Nilde Iotti, prima donna eletta alla carica di Presidente della Camera (proseguendo comunque con il suo lavoro di cronista per “l’Unità”), poi continuando a scrivere per le testate amiche, curando libri, e frequentando, ancora oggi che ha 84 anni, la Sala stampa del Senato, dove tuttora i cronisti gli chiedono consiglio e i più giovani imparano anche da lui il mestiere del giornalista. Ha insegnato giornalismo politico-parlamentare alla Università La Sapienza di Roma e per conto dell’Ordine dei giornalisti. È dirigente della Stampa parlamentare.