Buongiorno, Agata!
Ti scrivo così, all’improvviso, di domenica mattina, per dirti che ieri – finalmente! – sono riuscito a leggere il tuo libro. I tanti (troppi) impegni delle ultime settimane me lo avevano impedito.
Be’… L’ho letto tutto d’un fiato, senza riuscire a smettere e – non mi vergogno a dirtelo – piangendo come un bambino. Non mi capitava da non so più quanto tempo: io, nella mia vita, non ho mai vissuto niente del genere, ma la tua storia e le tue parole è come se siano riuscite subito a entrate in comunicazione diretta con un angolo nascosto della mia memoria (o della mia anima, non so!). In questo momento, ti confesso, sono ancora un po’ “frastornato” e magari nel prossimi giorni riuscirò pure a scriverti una critica da laureato in Lettere (^__^), ma adesso l’unica cosa che riesco a scriverti è la tempesta di emozioni che mi hai regalato: al di là di tutto ciò che si può dire o scrivere, credo che quando un libro riesce a toccare il cuore in modo così immediato e potente è qualcosa di profondamente, intimamente e semplicemente bello. Grazie davvero. Grazie.
Giacomo Moscato