Sua Paternità Reverendissima Fra’ Francesco Patton, ofm, 168° Custode di Terra Santa, ha ringraziato in data 2 marzo 2017 il Chiarissimo Cavaliere Professore Alessio Varisco, direttore di Antropologia Arte Sacra, per il cortese invio del volume “La Madonna profuga. Devozionalità alla Madre di Dio del Monte Phileremo, patrona del Sovrano Militare Ordine di Malta”. Il volume sulla Beatissima Vergine di tutte le Grazie del Monte Phileremo ha le prefazioni di Sua Eccellenza Reverendissima Mons. Angelo Mascheroni, Vescovo, del Reverendissimo Padre John Luke Gregory, ofm, Guardiano della Missione Francescana nell’Egeo a Rodi per la Custodia di Terra Santa e Vicario Generale dell’Arcidiocesi di Atene, dell’Avv. Prof. Salvatore Aceto Di Capriglia, Delegato di Avellino del Sovrano Militare Ordine di Malta, ed ha il patrocinio della “Custodia Terrae Sanctae” -francescani che custodiscono i Santuari nei Loca Sancta– che quest’anno celebra l’ottavo centenario dalla sua costituzione “dal Capitolo di Santa Maria degli Angeli in cui il Nostro Padre Serafico intuì l’importanza di istituire una Provincia Francescana d’Outremer. Questa ricorrenza è certamente un’occasione per ringraziare di quanto ci è stato donato di vivere e di fare in questi otto secoli, facendosi umili servi della Chiesa Ad Maiorem Dei Gloriam, grazie allo Spirito che ha illuminato e guidato il nostro agire attraverso le vicende spesso dure e provanti di questa Terra ancora sofferente e lacerata”.
Il Professore Varisco ha scritto questo saggio sottolineando le peripezie della Patrona dell’Ordine di Malta e dei suoi molteplici trasferimenti, nonché gli aspetti maggiormente legati alla devozione dell’icona durante i suoi diversi spostamenti: a Rodi, durante il periodo dell’esilio (a Messina, Baia e Napoli, Viterbo), da Birgu a La Valletta, dall’esilio che grazie al trasferimento da Trieste ad opera del nobile milanese Giulio Renato Litta Visconti Arese, ammiraglio della flotta imperiale russo e Commendatore dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta, dell’originale che fu consegnato allo zar Paolo I successivamente nominato, essendo l’unico in grado di contrastare Napoleone Bonaparte, Gran Maestro “de facto” dell’Ordine di San Giovanni. Qui la Venerata Icona della Beatissima Vergine di Tutte le Grazie entrò a far parte della collezione delle preziosissime eikon imperiali custodite presso il Palazzo d’Inverno che veniva portata anche processionalmente, pertanto lo zar chiese di farne un multiplo. Quando scoppiò la rivoluzione russa i “bianchi” la riuscirono a salvare grazie al Conte Alessio Ignatjev che la consegnò alla zarina madre in Danimarca che morendo la lasciò alla Comunità Ortodossa che la trasferì alla Diocesi Ortodossa in Germania presso Berlino, la preziosa reliquia giovannita fu poi consegnata al re jugoslavo. Durante il secondo conflitto mondiale andò dispersa e si temeva la sua perdita sotto i bombardamenti di Sarajevo; l’icona, invece, fu trasferita segretamente in Montenegro a Cetinije dove fu finalmente ritrovata durante una missione internazionale dell’Ordine di Malta.
Una storia ancora più avvincente si lega al suo “multiplo” -cosiddetto assisano-, che è oggi custodito nel transetto -sulla sinistra della Porziuncola– della Basilica Patriarcale di Santa Maria degli Angeli ad Assisi: dal 18 ottobre 1912 le isole greche del Dodecaneso -magnifico arcipelago dinanzi alla costa turca- divenne Colonia della Monarchia Costituzionale Italiana sino 18 settembre 1943. Formalmente il Governato Egeo richiese alle autorità bolsceviche la restituzione dell’Icona di Tutte le Grazie del Monte Phileremo per ricollocarla nell’omonimo eremo presso l’area santuariale che in quegli anni stava subendo il ripristino. Il governo russo inviò al Senatore Mario Lago l’icona multipla, non ritrovando l’originale che era stato trafugato dai controrivoluzionari zaristi, che fu solennemente introdotta nella chiesa del Phileremo. Quando però, al termine del Secondo Conflitto Mondiale, l’Italia restituì l’Egeo alla Grecia, quel 10 febbraio 1947, già dall’armistizio aveva terminato l’effettivo controllo italiano politico sull’arcipelago greco, un ragazzo, rischiando il linciaggio delle autorità militari e dei rodioti, portò in un baule la Venerata Icona per conto del parroco Francescano dell’isola. Successivamente quel giovane consegnò al Reverendissimo Padre Cesare Andolfi, ofm, già Parroco di Santa Maria della Vittoria in Rodi, la Madonna del Phileremo che fu poi collocata in un sontuosa altare opera del Maestro Tommaso Gismondi. Tutte queste informazioni e le missive sono state accluse nell’ultimo capitolo del volume “La Madonna profuga”.
Pertanto il 168° Guardiano del Sacro Monte di Sion ha desiderato ringraziare il Professore Alessio Varisco, già insignito della Pontificia Crux Aurea Signum Sacri Itineris Hierosolymitani da parte del 167° Custode di Terra Santa ora Amministratore Apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme, “per la Sua vicinanza ed amicizia verso la nostra missione in questa Terra, testimone dell’Incarnazione del Verbo, nonché del Suo impegno a sostegno delle nostre opere verso i fratelli più bisognosi. Condividiamo la dedizione e la passione di chi ha a cuore questa Terra per attuare oggi il progetto di Misericordia di Nostro Signore”, congedandosi con cordialità fraterna dalla Città di Gerusalemme.