I segni dei Cavalieri – Recensione su Radici Cristiane

i-segni-dei-cavalieriOratores et Bellatores”: la tradizionale tripartizione della società negli ordini dei laboratores, popolo; bellatores, aristocrazia; ed oratores, clero, tripartizione che vedeva i militari difendere l’ordine di coloro che, con proprio sudore, procuravano il cibo agli altri, mentre i sacerdoti assicuravano la benevolenza divina e preparavano tutti per la vita futura (preservando inoltre la cultura negli scriptoria), prevedeva alcuni casi in cui due funzioni si fondevano.

È ciò che accade per i “monaci-guerrieri” appartenenti agli ordini, religiosi e militari, dei Templari, dei Giovanniti (gli attuali Cavalieri di Malta) e degli Stefaniani. Partendo da studi relativi allo stanziamento di tali Ordini in Maremma, Alessio Varisco, che da anni si sta dedicando con passione alla storia degli Ordini cavallereschi in Italia (sua la prima bibliografia del beato Gherardo, fondatore dei Giovanniti, che tra l’altro ne attesta definitivamente le origini italiane e non francesi), ricostruisce le vicende che portarono, nel Medioevo, alla nascita ed allo sviluppo della Cavalleria intesa come un nuovo soggetto della politica europea.

Non più semplice strumento bellico, bensì finalizzato a mantenere la pax christiana, come si evince anche dai motti dei rispettivi Ordini: «Non nobis, Domine, non nobis, sed nomini Tuo da gloriam» “Signore, non dare gloria a noi, ma al Tuo nome” quello dei Templari; «Tuitio Fidei et Obsequium Pauperum» “Difesa della Fede e Servizio ai Poveri – notare l’uso delle maiuscole” per i Giovanniti e infine la citazione biblica (2 Sam 12, 28) «Nomini Meo adscribatur victoria» (“La vittoria sia ascritta a Me”), che riprende il concetto di un combattimento in nome di Dio e non per la gloria terrena.

Nata con tendenze aristocratico-militari, la Cavalleria prende con questi tre Ordini anche un carattere fortemente religioso: milites-monachi i Templari (la milizia del Tempio sorta per difendere i luoghi santi dagli assalti dei musulmani), monachi-milites i Giovanniti (nati prima come Ospedalieri, cioè per ospitare e curare i pellegrini al Santo Sepolcro) – ambedue risalenti al XII secolo –, milizia navale intitolata a Santo Stefano Papa e Martire (vissuto nel III secolo), istituita nel 1561 da Pio IV e legata alla Casa medicea (attualmente il Gran Maestro è il Granduca titolare di Toscana Sigismondo d’Asburgo-Lorena).

Passando all’analisi degli emblemi cavallereschi, Varisco si avvale della simbologia cristiana per interpretarli: dopo un breve excursus nell’araldica, si sofferma sul cosiddetto “Quadrato magico” (il palindromo “Sator Arepo Tenet Opera Rotas”). Identificato come un modo nascosto per riconoscersi tra cristiani al tempo delle persecuzioni (la frase palindroma, cioè leggibile in ambedue i sensi, contiene tutte le lettere di “Pater Noster”, più le lettere “A” ed “O”, cioè alfa e omega), viene legato dall’autore alla croce ottagona simbolo dei Cavalieri di Malta, che inserita nel quadrato evidenzia N (al centro) E (in zona intermedia) ed A ed O (agli estremi): Nazarenus Est Alpha et Omega, Gesù è veramente l’inizio e la fine.

Gianandrea De Antonellis – Radici Cristiane

 

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Scheda del volume nel catalogo Effigi

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