Frutto di intensi anni di studio e della collaborazione fornita dalla Società Nuova Aidiru, è uscito l’ultimo libro di Don Ippolito Corridori. L’autore, ormai novantenne ma tuttora dedito con assiduità alle sue ricerche e ai suoi scritti, non ha certo bisogno di presentazione. Le sue pubblicazioni superano abbondantemente la ventina. Quest’ultima fatica, stampata dalla Tipografia Ceccarelli per conto di Edizioni Effigi, ha come titolo: “Cortevecchia – Antologia storica di una popolazione rurale“.
La prima parte del volume è dedicata alla descrizione di un vasto territorio pedemontano, compreso fra la Maremma e l’Amiata; un territorio ben delimitato nei suoi aspetti geografici e al quale Don Ippolito si incarica di attribuire anche specifiche connotazioni di carattere storico. L’excursus parte dalla Preistoria ed arriva fino ai giorni nostri, ripercorrendo le principali tappe medievali e soffermandosi, soprattutto, sugli eventi più significativi della Contea di Santa Fiora, alla quale Cortevecchia è stata indissolubilmente legata. In questa minuziosa trattazione un particolare risalto è riservato alla vita dell’azienda dal punto di vista socio-economico: si parla diffusamente dell’attività agricola e di quella mineraria, delle famiglie dimoranti in Cortevecchia, delle loro origini e delle loro migrazioni. Tutte le descrizioni sono, come al solito, dettagliate, appassionate, ricche di curiosità e di citazioni.
La seconda parte del libro è dedicata alla Parrocchia, dalle sue origini alla sua definitiva cancellazione. Leggendo queste pagine, si rimane colpiti dalla povertà e dagli stenti che hanno caratterizzato per secoli la vita della minuscola comunità rurale, ma si viene anche a conoscenza di eventi che, pur nella loro semplicità, hanno dato una storia a chi si riteneva vissuto ai margini della Storia. Emergono dalle cronache parrocchiali figure di sacerdoti che, d’ora in poi, saranno ricordati per l’attaccamento alla loro popolazione, per il loro ardore e per il loro coraggio. Personaggi che, altrimenti, avrebbero continuato a rimanere nel più totale anonimato.
Una speciale appendice alla storia parrocchiale offre all’autore l’occasione per soffermarsi sugli atti (battesimi – morti – matrimoni) che vengono riportati in un “libretto” redatto, nello spazio di ventotto anni, dall’ultimo parroco di Cortevecchia. Alla trascrizione segue puntualmente il commento di Don Ippolito con annotazioni di carattere storico, che guidano alla comprensione dei documenti e alla corretta interpretazione delle usanze del tempo.
L’ultimo capito del volume è dedicato alle carte geografiche che sono state consultate per la descrizione del territorio. Nelle pagine finali sono riprodotte delle belle fotografie in bianco e nero, che propongono interessanti immagini su Cortevecchia e sulle trasformazioni avvenute nell’ultimo secolo.
Grazie alle notizie attinte nei numerosi archivi e rielaborate con la consueta saggezza, possiamo senza dubbio affermare che Don Ippolito fornisce, ancora una volta, preziosi elementi per la conoscenza e la valorizzazione di una zona a lui tanto cara, nella quale Egli ha saputo felicemente coniugare la sua attività pastorale con quella di studioso, di divulgatore storico e di fecondo scrittore.
Loris Danesi